L’intelligenza artificiale al servizio della democrazia deliberativa: il progetto della Stanford University

La rivoluzione dell’Intelligenza artificiale sta innovando profondamente economia e società: la democrazia non fa eccezione. La Stanford University ha sviluppato un progetto innovativo che applica l’IA alla democrazia deliberativa, al fine di favorire una partecipazione più ampia e informata dei cittadini nel processo decisionale. Le applicazioni, però, possono essere diverse e non limitarsi all’uso pubblico. Qualsiasi organizzazione, anche un’impresa, ricorra al crowdsourcing delle idee, secondo una logica di valorizzazione di molti spunti ed a una co-creazione diffusa, potrebbe giovarsi di nuovi strumenti come quello realizzato dall’Università americana. Prima di tutto occorre però aprire un piccolo focus su cosa s’intenda per deliberazione in un sistema democratico.

La democrazia deliberativa è un modello di governo che promuove la partecipazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche attraverso il dialogo e la discussione ragionata. In questo contesto, l’obiettivo principale è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di persone nella formulazione delle politiche, al fine di garantire una rappresentanza più accurata dei desideri e delle esigenze della popolazione, di informare le persone a proposito dei pro e dei contro relativi alle decisioni da assumere, di farle discutere in maniera facilitata, moderata, ordinata e produttiva, di ricevere da loro indicazioni su cosa fare in merito alle questioni trattate (raccomandazioni) o, in alcuni casi più rari, assumere la decisione come esecutiva.

Il progetto della Stanford University mira a utilizzare l’IA per migliorare la qualità dei processi deliberativi democratici. Attraverso l’impiego di algoritmi avanzati di elaborazione del linguaggio naturale e di apprendimento automatico, l’IA è in grado di analizzare grandi quantità di dati e identificare i punti chiave di discussione, le argomentazioni e le preoccupazioni sollevate dai cittadini. Insomma, l’IA si pone come il mediatore umano nella moderazione della discussione ma su grandi numeri ed a distanza. Un approccio che offre una grande scalabilità del progetto.

Una delle sfide principali della democrazia deliberativa è infatti coinvolgere un numero significativo di persone. Con l’aiuto dell’IA, il progetto della Stanford University cerca di superare questa sfida consentendo ai cittadini di partecipare in modo più conveniente e accessibile. Attraverso piattaforme online, i cittadini possono esprimere le proprie opinioni, fare domande e partecipare alle discussioni, indipendentemente dalla loro posizione geografica.

L’IA, a questo punto, analizza le informazioni fornite dai cittadini e le organizza in modo intelligente. Questo processo consente di identificare i temi comuni, le argomentazioni più forti e le opinioni prevalenti. Le informazioni elaborate dall’IA vengono poi presentate ai decisori politici e ai partecipanti alla discussione, fornendo un quadro completo delle opinioni e delle preoccupazioni emerse.

Uno dei principali vantaggi dell’utilizzo dell’IA nel contesto della democrazia deliberativa è la promozione della trasparenza. Tutti i cittadini coinvolti nel processo possono accedere alle informazioni elaborate dall’IA, comprese le argomentazioni e le evidenze presentate. Ciò contribuisce a creare un ambiente democratico più trasparente e a garantire che le decisioni politiche siano basate su un’ampia gamma di opinioni e conoscenze.

Insieme ai vantaggi, ci sono naturalmente sfide e questioni etiche che devono essere prese in considerazione quando si applica l’IA ad un contesto delicato come la democrazia. Ad esempio, c’è la necessità di garantire che l’IA non favorisca una parte a discapito di altre, e che le decisioni finali siano sempre prese da esseri umani responsabili verso chi li ha eletti. Inoltre, è fondamentale affrontare le preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati dei cittadini.

Ma questa tecnologia può avere anche importanti implicazioni per il futuro delle imprese che operano nel settore dell’innovazione, in particolare della social innovation, consentendo a grandi numeri di persone di poter attivare un’interazione umana in modo molto più simile a quello che fanno in presenza, con un sistema che consente in maniera rapida di arrivare a definire dei terreni comuni. Una funzione molto evoluta che tocca alcune delle capacità umane distintive, cioè quella di saper cogliere gli elementi di un accordo e definirlo. E’ probabile che raffinate capacità di facilitazione e mediazione non siano in agenda negli sviluppi prossimi venturi di questa tecnologia ma l’accelerazione del progresso, nel digitale, ci ha abituati e ritmi vertiginosi e niente può essere escluso categoricamente.

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