La transizione digitale può essere descritta come una revisione dei processi lavorativi – di un ente o un’azienda – che utilizza le tecnologie digitali per rendere questi processi più efficienti e la raccolta e la valutazione dei dati più semplice e accessibile.
Per fare questo sono necessari software dedicati, piattaforme cloud, sensori e molto altro. Attraverso questi strumenti un’impresa tradizionale si trasforma in una Smart Factory, ossia una fabbrica intelligente.
Le tecnologie e i concetti della cosiddetta Industria 4.0 possono essere applicati a tutti i tipi di aziende, dalla manifattura alla grande industria petrolifera, da quella mineraria a quella culturale. L’Industria 4.0 sta rivoluzionando il modo in cui le aziende producono e distribuiscono i loro prodotti, integrando nuove tecnologie (Internet of Things, cloud computing, analytics, AI e Machine Learning) negli impianti produttivi e durante tutte le loro operazioni.
Che questa sia “la” svolta del secolo è evidente anche considerando che la trasformazione digitale è uno dei pilastri del PNRR, che si pone come obiettivo per l’anno 2026 di ospitare il 100 per cento dei servizi e dei dati della PA in infrastrutture più sicure, che consentono l’autonomia strategica e la sovranità digitale, e di erogare il 75% dei suoi servizi su infrastrutture cloud. Imprese e PA possono approfittare di finanziamenti praticamente in ogni ambito: nuove strategie industriale con connessi piani d’attuazione; Trasferimento tecnologico; Ricerca e sviluppo; Soluzioni per la digitalizzazione del settore edile; Cooperazione tra università e imprese; Economia digitale; Pubblica amministrazione; Digitalizzazione dell’assistenza sanitaria; Digitalizzazione delle autorità fiscali; Istruzione e formazione.
Oltre a costituire una risorsa per aziende e PA, d’altra parte, la trasformazione digitale sarà anche importante per quanto riguarda il momento di interazione fra cliente/utente e organizzazione. Le persone desiderano avere un’esperienza attraverso più punti di contatto con un’organizzazione: app mobili, social media, e-mail, chat call, ecc. Le trasformazioni digitali sono la forza trainante di una migliore esperienza, per velocizzazione le attività, e per dimostrare la propria trasparenza. L’utilizzo delle nuove tecnologie, per esempio la AI, o la Robotica permetteranno di massimizzare prestazioni, diminuendo rischi per le risorse umane. Le soluzioni digitali incoraggiano lo sviluppo di tecnologie affidabili, promuovono una società aperta e inclusiva, consentono un’economia dinamica e sostenibile, contribuiscono a combattere i cambiamenti climatici e a realizzare la transizione verde.
Al momento, tuttavia, il 2022 è stato l’anno peggiore di sempre per quanto riguarda la sicurezza informatica in Italia. Addirittura, analizzando il Rapporto Clusit 2023 – CLUSIT è l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica – e confrontando i dati degli ultimi 5 anni (dal 2018 in avanti), è stato possibile constatare quanto la situazione sia man mano peggiorata seguendo una tendenza costante.
Una strategia sistematica e lungimirante in materia di ricerca e innovazione si rende dunque necessaria per raggiungere un’economia più produttiva e verde. Il nostro Paese avrà la capacità di cogliere i benefici di una società sempre più digitalizzata e di far fronte alle difficoltà che comporta? La sfida dei prossimi anni sarà quella di elaborare politiche innovative in grado di dare alle imprese la fiducia, le competenze e i mezzi per digitalizzarsi e crescere.